Perché la nostra presenza qui, ora

Perché la nostra presenza, qui, ora?

Il perché della nostra esistenza, per chi?

E tante altre domande sulla nostra provenienza che spesso ci poniamo senza trovare una spiegazione, o delle risposte chiare che non siano le solite espresse dall’antropologia, mediante la teoria darwiniana, o dalle religioni.

Noi… chi siamo?  È la domanda che sintetizza la nostra voglia di sapere.

Ma non c’è sapere se non c’è Conoscenza, la conoscenza storica della nostra esistenza, quella che si ottiene cercando, scavando, analizzando, verificando, con tenacia, passione e determinazione. Ma soprattutto predisponendoci senza preconcetti o retaggi alle risposte che si troveranno sul sentiero della ricerca, nella consapevolezza che per comprendere il presente, “Noi… chi siamo?”, dobbiamo conoscere il passato, “Da dove veniamo”, quel passato fin troppe volte ammantato dal velo del segreto,  o volutamente fatto cadere nell’oblio.

Sempre e ancora con la consapevolezza che quel “velo” non è inamovibile e l’oblio, sebbene sia una dimenticanza duratura,  non lo è per sempre, è un fenomeno che si può invertire. Sempre che lo si voglia…

(c) Biagio Russo

Il matrimonio sacro

A Sumer il Matrimonio Sacro, l’unione tra i due amanti divini, veniva nello stesso tempo rappresentato e realizzato con una vera notte d’ amore tra il re del paese, nelle vesti di Dumuzi, e una sacerdotessa in quelle di Inanna.

La cerimonia notturna, che avveniva nella camera più riposta del tempio, era segreta e si svolgeva secondo un rituale tramandato fin dalla notte dei tempi.
Secondo quanto è riportato nel famoso poema L’ EPOPEA DI GILGAMESH, Isthar s’ innamorò di Gilgamesh e tentò di sedurlo, ma questi la respinse ed ella, furente d’ odio e di gelosia, gli lanciò una terribile maledizione che gettò l’ eroe nella pena e nell’ angoscia.

Alla dea Isthar furono intitolate le possenti e meravigliose mura di Babilonia, la cui fama circolò per tutto il mondo antico e si protrasse nei secoli. Si diceva che fossero inespugnabili e che la stessa dea, in tenuta da battaglia, sorvegliasse l’ ingresso principale alla città durante gli assalti o i preparativi di guerra.
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Grazie Francesca

 

 

 

Libertà e conoscenza

La libertà ha sempre bisogno di essere nutrita e ciò che maggiormente la nutre è il calore dell’entusiasmo al di là di ogni controllo razionale.

Da dove lo spirito assume nutrimento in quanto informazione?
Dalla sapienza, la più alta produzione della mente.

In Occidente di solito si ritiene che la più alta produzione della mente sia la conoscenza, io ritengo che non sia così per due motivi due:
1. perché l’utilizzo della conoscenza richiede un valore più alto della conoscenza stessa, una luce che indirizzi, essa può diventare pericolosa e persino nociva;
2. perché la conoscenza è senza fondo, quanto più si avanza lungo il sentiero della conoscenza, tanto più ci si rende conto di non sapere;
quindi non può essere la produzione più alta della mente.

La Sapienza presuppone la conoscenza ma la supera.
Il più alto prodotto della mente non è il sapere, la dottrina, la gnosi, la scienza, è la Sapienza, cioè l’uso ordinato e giusto della conoscenza acquisita.

 

Tutte le cose sono state già dette

Io non ho mai aspirato “ai” libri, aspiro “al” libro.
Scrivo perché credo in “una” verità da dire.
Se e quando torno a scrivere
non è perché mi accorga di “altre” verità che si possono aggiungere,
e dire “in più”, dire “inoltre”,
ma perché sento qualcosa che continua a mutare nella verità.
Quel “qualcosa” esige che non si smetta mai di ricominciare a dirla.
Tutte le cose sono state già dette;
affinché l’ascolto “attecchisca” e “il seme germogli”,
occorre sempre ricominciare.