Nel giorno di Mercurio 19 Gennaio 2022
dalle ore 21.00 alle ore 22.00…
Potrete assistere, in rete, in diretta online, ad una mia intervista ad opera di Elena e Giulio, di “Dialoghi Sparsi.” DialoghiSparsi è un’associazione culturale nata da una collaborazione tra Roma, Verona e Milano con l’esigenza di unire varie voci e talenti creando un dialogo sempre aperto e interdisciplinare su tutto ciò che concerne corpo-mente-spirito e ambiente.
Tutti gli esseri umani entrano nello stato di “fuori dal corpo” durante il sonno.
Andare a dormire, crollare addormentati, assopirsi è semplicemente un processo di andare fuori fase rispetto allo spazio-tempo fisico; quando ciò accade, i vari stadi si spiegano se visti da tale prospettiva.
Il sonno profondo o “delta” rappresenta il punto in cui la coscienza è completamente distaccata dalla realtà fisica, di conseguenza il corpo fisico opera su base autonoma con “sistemi di allerta” per richiamare la coscienza se necessario; una forte vibrazione, uno scatto o una contrazione muscolare del corpo è la conseguenza del “rapido rientro”.
Il fatto che la maggior parte delle coscienze umane non ricordi o non riesca a richiamare alla memoria queste escursioni notturne è una prova insufficiente per poter affermare che non si verifichino.
Credo che sia opportuno portare alla Luce (LUX-FERRE) il chiaro e vero significato di due vocaboli molto importanti: immaginazione e intuizione.
Immaginazione è uguale a intuizione?
La risposta è decisamente negativa! Infatti:
IMMAGINARE, dal latino IMAGINARI, da IMAGO, significa “configurare”, cioè “modellare”, “dare forma”, “dare figura” ad immagini nella propria mente; ideare, fingere, supporre;
INTUIRE deriva dal latino INTUERI, composto dalla particella IN, “dentro”, e TUERI, “guardare”.
Quindi, “vedere dentro”, “guardare dentro attentamente” (Socrate docet).
Pertanto, nel fare ricerca, in qualunque campo essa si svolga, si può percorrere:
una via segnata da un’idea, da una supposizione o da una finzione, cioè “fare finta che sia”, peggior approccio, quest’ultimo, perché manipolativo cioè tendente a “modellare” i fatti a sostegno della propria idea figurativa; tecnica persuasiva utilizzata nella comunicazione/educazione dei bambini e, quindi, estranea al giusto e corretto rapporto tra adulti previsto e ben configurato dalla PNL;
un sentiero illuminato dal “sentire” e “vedere” ciò che è dentro di noi, da seguire con determinazione ma, nello stesso tempo, con umiltà, con verifiche e controlli lungo tutto il percorso.
Ovviamente ognuno è libero di fare il percorso che vuole, io rispetto chi segue una via diversa dalla mia, ma questo non significa che io la condivida, men che meno che la convalidi: sarei falso e incoerente, in disarmonia con me stesso.
Quindi e in estrema sintesi, in relazione alle mie pubblicazioni e agli argomenti da me trattati, mi rendo disponibile, con piacere, a dialogare e dibatterne i contenuti, ma solo se frutti di un percorso generato dalle intuizioni e non dalle immaginazioni.
“Quando ti senti triste…
Siediti e dai pacche alle tue gambe, ti ricorderà com’è il battito del tuo cuore.
Quando non capisci nulla…
Accendi una candela o un incenso, arriverà chiarezza alla tua anima.
Quando hai paura…
Entra in contatto con la natura, chiudi gli occhi e riceverai la tranquillità che emana dalla sua essenza.
Quando senti attaccamento…
Dillo al fuoco, è maestro a trasmutare stati d’animo.
Quando ti senti bloccato…
Parla con tua sorella acqua, lei sa di movimenti, scorre e non si aggrappa a nulla.
Quando i tuoi pensieri non ti lasciano mai…
Presta attenzione al tuo respiro, ti ricondurrà al momento presente.
Quando perdi la tua connessione…
Parla con te, con il tuo io superiore, lui ti ricorderà da dove vieni.
Quando senti i desideri di morire…
Parla con la terra, lei sa di rinascite.
Ma non sentirti mai solo.
Sei accompagnato dagli astri, dalla natura, dagli altri che usano un costume proprio come te per vivere su questa terra.
Connettiti con la natura.”
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Connettiti con il Cielo, connettiti con Tutto.
Connettiti con te.
Io non ho mai aspirato “ai” libri, aspiro “al” libro.
Scrivo perché credo in “una” verità da dire.
Se e quando torno a scrivere
non è perché mi accorga di “altre” verità che si possono aggiungere,
e dire “in più”, dire “inoltre”,
ma perché sento qualcosa che continua a mutare nella verità.
Quel “qualcosa” esige che non si smetta mai di ricominciare a dirla.
Tutte le cose sono state già dette;
affinché l’ascolto “attecchisca” e “il seme germogli”,
occorre sempre ricominciare.