La vita è come un viaggio in treno…

“La vita è come un viaggio in treno con le sue stazioni, i suoi cambi, i binari, i suoi incidenti.

Nel nascere saliamo in treno e ci troviamo con i nostri genitori e crediamo che sempre viaggeranno al nostro fianco, ma in qualche stazione loro scenderanno lasciandoci viaggiare da soli.

Nello stesso modo nel nostro treno saliranno altre persone significative: i nostri fratelli, amici, figli e anche l’amore della nostra vita. Molti scenderanno e lasceranno un vuoto permanente… altri passeranno inosservati!

Questo viaggio sarà ricco di gioie, dispiaceri, fantasie, attese e saluti.

La riuscita di questo viaggio consiste nell’avere una buona relazione con tutti passeggeri, nel dare il meglio di noi stessi.
Il grande mistero è che non sappiamo in quale stazione scenderemo, per questo dobbiamo vivere nel migliore dei modi, amare, perdonare, offrire il meglio di noi.
Così…
quando arriverà il momento di scendere…
lasceremo dei bei ricordi agli altri passeggeri…”

Le apparenze

Non fidarti delle apparenze…

Un orologio fermo segna l’ora esatta due volte al giorno.

La prostituzione religiosa

La prostituzione sacra (o prostituzione del tempio o prostituzione religiosa) è un rituale sessuale che consiste principalmente in un rapporto sessuale o in un’altra attività di tipo erotico svolta nel contesto del culto religioso predominante, in prevalenza all’interno degli stessi luoghi di culto, forse come forma di rito di fertilità e del “matrimonio divino” o ierogamia.

Molto interessante e descrittivo di questo tipo di rituale, è quanto ci racconta Erodoto nel suo Storie 1.199

«Infine, la più turpe delle usanze babilonesi è la seguente: ogni donna del paese deve andare nel santuario di Afrodite una volta nella sua vita e unirsi a un uomo straniero. Molte, sdegnando di mescolarsi con le altre, superbe come sono delle loro ricchezze, si fanno portare al tempio su carri coperti e si pongono lì, seguite da numerosa servitù.
Le più invece fanno così: nel santuario di Afrodite si mettono sedute molte donne con una corona di corda attorno al capo; le une vengono, le altre vanno. In tutte le direzioni ci sono passaggi diritti in mezzo alle donne e passandovi attraverso gli stranieri scelgono.
Quando una donna ha preso posto lì non torna a casa prima che uno degli stranieri, gettatole in grembo del denaro, non si sia unito a lei fuori del tempio. Gettando il denaro egli deve dire queste parole: «Io invoco la dea Militta».
Gli Assiri chiamano infatti Militta Afrodite
(già Ishtar per i Babilonesi e Inanna per i Sumeri  – n. personale).
La somma di denaro è quella che ciascuno vuole, poiché certo la donna non lo respingerà – e non è lecito – perché questo denaro diventa sacro. La donna segue il primo che le abbia gettato del danaro e non respinge nessuno.
Dopo essersi unita all’uomo e aver così adempiuto l’obbligo verso la dea torna a casa, e da allora in poi non daresti mai tanto da poterla possedere.
Quelle che hanno un bell’aspetto fisico presto se ne vanno, mentre quelle di loro che sono brutte rimangono per molto tempo, non potendo soddisfare la legge; e alcune fra loro rimangono anche per un periodo di tre o quattro anni. Anche in alcune zone di Cipro c’è un’usanza simile a questa.
»

Afrodite – Museo del Louvre, Parigi.

 

 

“Festa dei serpari” – dal profano al sacro.

Il   1° Maggio, a Cocullo (AQ), come ogni anno dal 2012, si svolge il tradizionale rito “dei serpari”, un evento di grande richiamo turistico e religioso dedicato a San Domenico, protettore dal morso dei serpenti.
Forse non tutti sanno, però, che l’origine di questo suggestivo evento cattolico ha origini pre-cristiane molto antiche, quando Dea dei serpenti era la divina Angizia (Angitia per i romani).
Considerata anche la Dea della fertilità, Angizia aveva il potere di incantare i serpenti e di neutralizzarne il veleno iniettato con il morso, oltre ad avere il potere derivante dalla conoscenza delle erbe curative.
Le origini latine di Angizia, della quale ci sarebbe ancora molto da raccontare, sono più antiche di quanto si possa pensare; in estrema sintesi, esse passano dalla Persia, dove la troviamo con il nome di Anahita, da Babilonia, come Ishtar, per giungere ad Uruk, la sua città sumera di residenza, in cui era venerata con il nome di Inanna.
Con il massimo rispetto nei confronti di San Domenico e dei suoi devoti, non vanno dimenticate le origini della “Festa dei serpari” ed il loro valore.
La conoscenza del passato ci consente di comprendere il presente e affrontare meglio il futuro.
(c) Biagio Russo

                

INANNA, la Dea sumera censurata.

(un breve accenno)

 

Inanna seduce il Dio creatore, suo zio Enki, signore dell’acqua dolce, che dà vita e fertilità.
E quando egli è ebbro del vino invecchiato che lei gli ha offerto e della passione sensuale, si fa rivelare i 100 segreti della conoscenza, che poi regala agli esseri umani.
Inanna è una e trina. Lei è contemporaneamente 3 Dee.
Il suo amato, Dumuzi, viene ucciso e lei per riportarlo in vita scende nel mondo di sotto dove regna sua sorella Ereshkigal.
Inanna si adorna di 7 ornamenti d’oro, perle e pietre preziose e scende nel mondo dei morti, superando 7 cancelli. Ma a ogni cancello deve rinunciare a uno dei 7 ornamenti.
Arriva quindi nuda al cospetto della sorella.
Chi varca la soglia del mondo di sotto muore e dopo tre giorni resuscita.
Alla fine Inanna fa un patto con la sorella, il suo sposo Dumuzi starà per sei mesi nel mondo dei morti e per sei mesi nel mondo dei vivi, così che per la metà dell’anno le piante possano crescere e i frutti maturare.
Le storie di Inanna sono molteplici e per ognuna abbiamo diverse versioni. Questi racconti, all’origine di numerosissimi miti religiosi, sono un condensato di idee e simboli che sono le fondamenta dei miti umani. La sua epopea è tra le più antiche e complesse.
Eppure a scuola neppure ne parlano.
Se il racconto di Inanna venisse letto a scuola, in effetti, avremmo dei problemi. Soprattutto laddove dice:
Quanto a me, Inanna,
Chi arerà la mia vulva?
Chi arerà il mio alto campo?
Chi arerà il mio umido terreno?
Quanto a me, giovane donna,
Chi arerà la mia vulva?…
Dumuzi rispose:
Grande Signora, il re arerà la tua vulva.
Io, Dumuzi il Re, arerò la tua vulva.
Inanna disse:
Ara dunque la mia vulva, o uomo del mio cuore!
Ara la mia vulva!
Tutto chiaro e senza tabù, questo oltre 4000 anni fa!
Oggi non è più così e il perché ve lo lascio intuire.
(rif.: J. Fo – B. Russo)
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“Erranti” – “Viaggiatori”

Tra la gente si confondono, ma hanno un “qualcosa” che li distingue.
Loro intuiscono perché sono qui.
Non accettano schemi o dogmi. Sanno che i dogmi sono prigioni.
Rimangono centrati su loro stessi, per questo a volte possono sembrare egoisti.
Quasi sempre sono ricercatori.
Ricercatori di una verità interiore.
Comprendono le limitazioni dell’uomo perché un tempo uomini sono stati.
Guardano il mondo da osservatori, cercando di non farsi coinvolgere troppo.
Non credono, ma non sono increduli.
Hanno la propensione ad aiutare gli altri, insegnando loro le limitazioni che li rendono infelici.
Amano la natura e gli animali, perché riconoscono l’Uno nel tutto.
Affermano: “E’ al di là del nostro tutto che esiste il Tutto”.
Il loro intuito è ciò che li rende unici.
Riescono a guardarti nell’anima e la tua anima sa riconoscerli.
Alcune volte ricadono tra gli istinti dell’uomo, ma si rialzano più consapevoli.
Sono estasiati dalla semplicità, ma rifuggono il conformismo.
Sempre pronti a chiedere scusa non riservano rancore.
Alcuni sono ancora in bilico tra due realtà, non ricordano chi sono e rimangono confusi, ma se ti capiterà di incontrarne qualcuno…
Sappi che loro si chiamano
“Erranti”, “Viaggiatori”…
🙏💙
Isis, Aphrodite.
(Museo Egizio – Torino)

Delusione, illusione o inganno?

“Delusione” deriva dal verbo latino “deludĕre”, cioè “prendersi gioco”; da “ludus” (gioco).
Si rimane delusi quando sono venute meno delle aspettative, sia riferite a eventi che a persone: “Facevo molto affidamento su di te, ma mi hai deluso!”
Spesso la delusione viaggia a braccetto con l’illusione o l’inganno, ma in verità sono eventi causa che determinano il sentimento di quell’emozione, la delusione, che ne è una conseguenza e può essere più o meno intensa: essere delusi, essere profondamente delusi, ecc.
Ciò premesso, sappi che:
le persone non ci deludono, siamo noi che le sopravvalutiamo, loro sono quello che sono sempre state, eravamo noi che avevamo bisogno di vederle superiori.

Non affidarti agli altri, conta su te stesso, abbi fiducia nella tua forza, si te stesso, sempre.
Non permettere a qualcuno di dirti cosa devi pensare, non mettere la tua mente nelle mani di altri.
Non smettere mai di imparare.
Non crearti aspettative, immagina i tuoi desideri come se fossero già e lascia che tutto scorra.
Ricorda…
Nessuno può sentirsi superiore agli altri, tu sei unico!

Soprattutto, non chiudere mai il cuore, ma lascia aperto il cervello.
Non si sa mai…

© Biagio Russo, liberamente ispirato dai libri Schiavi degli Dei e Uomini e Dei della Terra – 2010/2016 Ed. Drakon edizioni.

La filosofia ermetica

“Le labbra della saggezza sono aperte solo alle orecchie della comprensione”
Kybalion

Le dottrine esoterice e occulte che, per secoli, hanno lasciato la loro impronta nel pensiero filosofico dei polopi di tutto il mondo trattono radici nell’antico Egitto.
Qui, tra piramidi e sfingi, nacquero le dottrine mistische della sapienza eterna, dalle cui fondamenta derivò ogni altro insegnamento proveniente dall’India, Persia, Caldea, Media, Cina, Giappone, Babilonia, antica Grecia e Roma.
Tutti si nutrirono del frutto del sapere che i grandi maestri della terra di Iside, già Ishtar per i Babilonesi e Inanna per i Sumeri, avevano accumulato per millenni e tramandato a coloro che erano in grado di comprenderlo.
Dall’epoca del grande Ermete, nessun sapiente è riuscito a raggiungere le vette della saggezza dei maestri dell’antico Egitto, dove si trovava la grande Loggia delle logge della mistica.
E’ dal quel sacro tempio che giunsero i neofiti, i quali, divisi in gerofanti, maestri e adepti, vagarono poi nel mondo portandol con sé tutto il retaggio della sapienza occulta per rendrne partecipi coloro che erano pronti a riceverlo.
A dessi e ai loro meriti si rivolge, tuttora con riverenza, ogni studioso di scienze occulte.
Sebbene i maestri dell’antico Egitto fossero grandi, uno solo di essi meritò l’appellativo di “Maestro dei maestri”. La memoria di quest’uomo, se di “uomo” si tratta, si perde nella notte dei tempi. Egli è noto come Ermete Trismegisto ed è considerato il padre della scienza occulta, nonché il fondatore dell’astrologia e dell’alchimia.
Non si conosce con esattezza la sua vita, anche se, già da miglialia di anni, diversi paesi si contendano il privilegio di avergli dato i natali.
La sua ultima incarnazione sembra essere avvenuta in Egitto, in una data che risale alle più remote dinastie di quel paese, assai prima della venuta di Mosé. Altre fonti narrano che sia stato contemporaneo di Abramo, di cui forse fu maestro. Secondo la tradizione, la sua esistenza terrena durò trecento anni, poi passò a un altro piano di vita e fu deificato: divenne così il dio Thoth, identificato poi dai greci come Ermete, dio della saggezza.
Per inciso, nell’oriente persiano, secondo Zaratustra (Zarathustra – Zoroastro; tra il XVIII secolo a.C e il XV secolo a.C.) Ahura Mazda era il dio della saggezza, una divinità che troviamo ben oltre 3.000 anni prima in Sumer relativamente a Enki o Ea per i babilonesi.
Gli egiziani lo adorarono per secoli chiamandolo “Scriba degli Dèi” e restituendogli il titolo di “Trismegisto” o “Tre Volte Eccelso” o “Grande dei Grandi”.
Presso ogni popolo, il suo nome fu sinonimo di “Fonte di Saggezza”.

(cfr. Il Kybalion)

CHE SIA DI RIFLESSIONE…

Quando si avvicinava la sua morte, Alessandro il Grande fece tre richieste ai suoi ministri:

1) Che la sua bara fosse portata dai migliori medici dell’epoca.

2) Che i tesori che aveva venissero sparsi lungo il cammino che portava alla tomba.

3) Che le sue mani restassero fuori dalla bara e alla vista di tutti.

I ministri, sorpresi, domandarono il motivo di queste richieste, ed egli rispose:

1) Voglio che i medici migliori portino la mia bara per dimostrare che non hanno alcun potere sulla morte.

2) Voglio che il terreno sia coperto dai miei tesori perché tutti possano vedere che i beni materiali qui conquistati qui restano.

3) Voglio che le mie mani restino fuori dalla bara di modo che le persone possano vedere che siamo arrivati a mani vuote e ce ne andiamo a mani vuote.

(c) Biagio Russo
Che sia di Riflessione.

LA RICERCA DELLA VERITA’ – Il peccato originale

Da YouTube – “Biagio Russo – Canale ufficiale”

Una produzione Andreaggi Film
A cura di Lorenzo Andreaggi & Mario Mariani
Musica di Cesare Carotenuto

LA RICERCA DELLA VERITA’
con BIAGIO RUSSO
Ricercatore e saggista
Autore del libro “Schiavi degli Dei” e “Uomini e Dei della Terra”.
(c) Drakon edizioni 2010-2016


Il peccato originale