- Al porto arrivavano e partivano i mercanti con le loro merci.
- Le mura della città erano spesse e costruite con mattoni cotti, più robusti di quelli usati per le case.
- Le dighe permettevano di controllare le piene del fiume. I canali erano vere e proprie vie navigabili, utili per il commercio, ma anche per difendersi dagli invasori.
- Il palazzo reale era la casa del re, oltre che simbolo del potere.
- Il cimitero reale era destinato al re, alla regina e a tutta la corte insieme ai loro oggetti preziosi.
- La ziqqurat era il centro religioso, economico e culturale della città-stato e le attività commerciali si svolgevano intorno ad essa.
Ebrei ispirati dai Sumeri
La scoperta di tradizioni identiche, ma antecedenti alla teologia israelita, dimostra l’ebreizzazione di antichi miti. “Tutte le leggende mesopotamiche circolavano anche nella terra di Canaan prima dell’invasione ebraica”, afferma nella sua indagine critica lo studioso E. Lipinsky.
Per dovere di cronaca storica, i Sumeri non possono aver influenzato gli Ebrei direttamente, molto semplicemente perché essi cessarono di esistere molto prima della comparsa degli Ebrei.
Ciò premesso, non c’è dubbio, però, che i Sumeri influenzarono profondamente i Cananei, che precedettero gli Ebrei in quella terra che divenne nota più tardi con il nome di Palestina, nonché, ovviamente, i loro vicini, come gli Assiri, i Babilonesi, gli Ittiti, gli Urriti e gli Aramaici.
Il resto è storia.
SE LA CANTA E SE LA SUONA
Fate molta attenzione a chi “se la canta e se la suona” nel diffondere notizie, informazione e pseudo conoscenze.
Costui, per affermare se stesso, fa spesso ricorso a ignobili tecniche persuasive “vendendosi” come povera vittima!
Diffidate della falsa conoscenza, è molto peggiore dell’ignoranza.
Aprite gli occhi e la mente, il lupo si veste da agnello, cosa avviene dopo lo sapete!
…Il cui centro è ovunque e la circonferenza in nessun luogo
Il 17 febbraio 1600 Giordano Bruno veniva arso vivo a Campo de’ fiori, in Roma.
Quali sono le idee che hanno determinato l’arresto, il processo e la condanna?
Forse idee che erano incompatibili con la fede cattolica?
Facciamo attenzione!
Stiamo allerta anche e ancora oggi, perché nella pseudo nuova conoscenza, in verità al servizio dei poteri che mai hanno abbandonato “questo campo”, si cela, ieri come oggi, la strategia della manipolazione delle masse; una strategia che ha lo scopo di distruggere e sostituire il “già esistente” con un nuovo ordine salvifico di origine non terrestre, un “regime” più facile da accettare!
Non esitiamo ad affermare che le idee di Giordano Bruno siano state idee che pure oggi – dopo oltre quattro secoli dalla sua tragica morte sul “rogo” – sono pericolose, e forse ancora di più che allora: la superficialità, la distrazione e l’indifferenza che hanno per lo più la meglio nella vita quotidiana, tengono l’uomo prigioniero in un perenne stato di “intontimento” mentale.
Si mediti su questo frammento del Nolano tratto dal dialogo italiano “Cabala del cavallo pegaseo”:
“Stolti del mondo son stati quelli ch’han formata la religione, gli ceremoni, la legge, la fede, la regola di vita; gli maggiori asini del mondo (…) son quelli che per grazia del cielo riformano la temerata e corrotta fede, medicano le ferite de l’impiagata religione, e togliendo gli abusi de le superstizioni, risaldano le scissure della sua veste; non son quelli che con empia curiosità vanno, o pur mai andâro perseguitando gli arcani della natura, computâro le vicissitudini de le stelle.”
Tuttavia, Bruno riconosce all’uomo una potenza tale da essere, volente o nolente, causa del proprio destino, il che non vuol dire esserne anche il padrone, infatti ciò richiede un cambiamento radicale!
Ma quali sono le idee che hanno il potere di trasformare la nostra visione del mondo?
Si tratta di idee quanto mai attuali tant’è vero che gran parte dei fisici contemporanei le hanno accettate, anche se forse inconsapevolmente, come base e sviluppo di ogni scienza futura.
D’altro canto, avendo Bruno infranto i limiti del “cielo delle stelle fisse” – entro il quale ancora lo stesso Copernico aveva relegato il nostro sistema solare – aprì le porte verso “un infinito popolato da infiniti mondi.”
Tuttavia, noi, oggi, siamo davvero liberi di pensare oltre i limiti imposti dalla nostra educazione, dai nostri studi e dalle nostre limitate esperienze?
Dov’è quella potenza del pensiero e dell’immaginazione di cui Giordano Bruno era maestro?
All’alba del 17 febbraio del 1600, dopo estenuanti interrogatori e atroci torture, Bruno finalmente si svestì del suo abito corporeo per ricongiungersi a quell’Uno infinito:
“il cui centro è ovunque e la circonferenza in nessun luogo …”
B-Atman
Vocabolario sumero-accadico
“Nella disgrazia l’uomo è pronto a credere e quando l’ingannatore fa intravedere la fine dei mali incombenti, allora il misero s’abbandona tutto alla speranza”.
(Giuseppe Flavio)
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La tavoletta d’argilla in foto costituisce un vocabolario sumero-accadico, XVI volume dell’enciclopedia composta da 24 volumi.
Risalente al I sec. a.C., proviene da Warka, l’antica Uruk e, con la sigla AO 7662, è conservato nel Museo del Louvre a Parigi.
Con strumenti del genere, ci voleva tanto per verificare se “certe” traduzioni, passate e/o presenti, fossero corrette, arraffazzonate o… manipolate?
E’ deprimente constatare che c’è chi oggi continua a difendere e/o a sostenere il falso pur davanti all’evidenza!
Bisogna capire che la maggior parte di loro non è pronta per essere “scollegata”.
Tanti di loro sono così… ma tanti altri stanno iniziando ad uscire dalla “falsa realtà”!
Come individuare gli arroganti
Ti sembra di imbatterti sempre in gente piena di sé, intollerante, scortese o maledettamente arrogante?
Certe persone possono essere la fonte di potenziali sofferenze… questi otto punti che seguono, ti aiuteranno a identificare facilmente gli “autentici arroganti” dai “lievemente arroganti”.
Ma, attenzione!!! Non dimenticare di leggere.
1
Fai attenzione alle loro conversazioni. Cerca di ascoltare i loro discorsi sia quando parlano con te che con qualcun altro, ma non metterti a origliare. Parlano sempre di sé stessi? Perdono la pazienza o si infastidiscono se l’attenzione si sposta su qualcun altro? Sono i tratti distintivi di un arrogante.
L’arroganza e la presunzione spesso cercano di mascherare l’aver vissuto ben poche esperienze, pertanto, temendo il confronto con gli altri, tendono a elevare se stessi facendo credere di “avere qualcosa in più di loro”. Piuttosto che imparare dagli altri, o fare domande (cosa che vedono come segno di vulnerabilità), gli arroganti tendono a generalizzare e, basandosi sulle loro limitate esperienze di vita, vorrebbero imporre agli altri il loro punto di vista.
La gelosia per ciò che hai, o che hai raggiunto, potrebbe portare una persona a diventare arrogante; osserva se sta cercando in ogni modo di mostrarsi migliore di te o se vuole ostentare il possesso di qualcosa che tu non hai.
Gli arroganti hanno un disperato bisogno di apparire nel modo giusto. Se anche proverai a fare un piccolo commento non gradito, anche se solo leggermente provocatorio, l’arrogante diventerà furioso nei tuoi confronti. Questo accadrà ogni qual volta metterai in dubbio (anche non volendo) il loro aspetto, la loro intelligenza, le loro abilità atletiche, o qualsiasi altra cosa legata all’immagine che vogliono dare di se stessi.
2
Metti alla prova la loro visione del mondo. Non essere aggressivo, ma solo scettico e curioso. Se si offendono, valuta l’entità della loro rabbia. Se è minima, forse hanno solo avuto una giornata difficile. Ma se si infuriano, allora è perché tu stai mettendo in discussione la loro “perfetta visione limitata”… e averne una è già segno distintivo di arroganza.
Prima o poi la maggior parte della gente si rende conto che il mondo non gira affatto attorno a loro. Gli arroganti cercano di contrastare questo dato di fatto dando vita a un’atmosfera illusoria, nella quale il mondo continua ancora a girare nel modo in cui vogliono. Se qualcuno gli ricorda come stanno veramente le cose, non potranno far altro che infuriarsi.
Niente spaventa un arrogante più che il dubbio, perché è qualcosa di imperfetto e difficile da governare. L’incertezza potrebbe suggerire l’idea di un cambiamento, e l’arrogante non è sicuro di saperla gestire. Perciò, piuttosto che accettare che il mondo gira come gli pare, e spesso ruota in senso contrario rispetto ai desideri degli uomini, l’arrogante si ostina a voler mantenere un controllo su tutto e tutti – ovviamente si tratta di una missione impossibile.
Quando la realtà riemerge, fa sempre male. Perciò un arrogante non è portato a riflettere su stesso o ad analizzarsi, perché vuole ignorare le sue imperfezioni. Spesso tende anche a darsi dei meriti che in realtà appartengono ad altri.
3
Scopri il vero valore della loro amicizia. Senza diventare ficcanaso e pettegolo, cerca di studiare come gestiscono i loro rapporti di amicizia: se un giorno odiano a morte qualcuno e il giorno dopo ne sono entusiasti è probabile che non siano circondati da amicizie sincere. Ecco un altro chiaro segno di arroganza. È facile intuire quanto sia difficile essere veramente amico di qualcuno che è sempre pieno di sé. I presuntuosi hanno un bisogno disperato di apparire, e anche non dipendere mai da nessuno è uno dei tanti modi per cercare di sembrare migliori. Dato che essere un amico significa anche aiutare qualcuno quando ne avrà bisogno, gli arroganti in genere non riescono a gestire una vera amicizia.
Paradossalmente, gli arroganti spesso continuano a chiedersi perché non abbiano al loro fianco degli amici affidabili su cui poter contare.
4
Come si comportano con le persone diverse da loro? In altre parole, come reagiscono di fronte a punti di vista, culture e opinioni differenti? Se il loro approccio in questi casi è istintivamente negativo, gli arroganti staranno tentando di ignorare completamente l’altro, o evitarne il confronto per paura che qualcuno arrivi a mettere in discussione le loro certezze. In base a ciò che conosci di quelle persone, e osservandone le reazioni, sforzati di capire quale dei due atteggiamenti stanno adottando.
Spesso la gente boriosa è convinta che il “loro punto di vista” sia il solo degno di attenzione. Si tratta solo di un meccanismo di protezione per salvaguardare le loro illusioni e la falsa immagine che si sforzano di proiettare.
5
Com’è il loro carattere? Prendi nota di come si comportano, di come parlano e di come fanno uso del loro status sociale. Si danno delle arie? Parlano tantissimo? Si atteggiano come se fossero i padroni o l’attrattiva principale? Sono sempre presi a proiettare la loro immagine?
Molti arroganti credono di essere affascinanti, ma in realtà nessuno li vede così. Se capiranno di non incontrare il tuo appoggio non si faranno problemi a comportarsi male con te.
Quando un arrogante si comporta male, in genere i suoi amici cercano di ignorarlo e non fanno niente per riprenderlo, perché hanno paura delle reazioni del loro “amico”.
6
Parla di persone che non piacciono all’arrogante. Ciò non significa provocare un conflitto, ma evidenziare la loro competitività, il loro disappunto e la loro inimicizia. Se la disapprovazione per qualcuno sembra essere ragionevole, probabilmente non sono troppo orgogliosi, se invece è estremamente severa, allora lo sono.
Nella maggior parte dei casi gli arroganti percepiscono le persone che non gli piacciono come delle minacce alla stabilità della loro perfezione. Più odiano qualcuno, più grave sarà la minaccia lanciata contro il loro mondo immaginario. E ovviamente, più si sentono minacciati più aspre saranno le loro critiche.
7
Chiedi agli altri cosa dicono di te. Se stanno dicendo in giro cose poco carine, probabilmente non gli piaci. Se davanti a te si comportano bene, ma appena volti le spalle si sbizzarriscono con commenti negativi, non preoccuparti: è il loro passatempo preferito, e probabilmente hanno qualche problema d’orgoglio.
Un arrogante – a volte inconsciamente – si rende conto di non avere nessun buon amico. Per compensare questo deve creare l’impressione di essere circondato da tanti amici, ovviamente altri amici dalla stessa mentalità “quantità ma non qualità”. E appena questi amici-trofeo gli voltano le spalle, inizierà a insultarli.
8
Sii benevolo. Non giudicare negativamente gli arroganti o scivolerai al loro stesso livello. Spesso indossano questa maschera perché devono nascondere i propri punti deboli e le proprie paure. Il più delle volte hanno bisogno di costruirsi un’impeccabile immagine di se stessi per coprire la sofferenza interiore. Ma non dovrai nemmeno permettergli di prevaricarti: mantieniti saldo nei tuoi principi ma prendi le distanze. Potrai avvicinarti per notare ciò che veramente c’è di buono in loro, e lodarli solo per quello che davvero meritano. A volte incontrare delle ostilità da parte di qualcuno può spingere gli arroganti a essere più sinceri con se stessi, interrompendo per un po’ la loro sceneggiata di superiorità.
Una grande vulnerabilità può in realtà nascondersi dietro all’arroganza. Secondo la legge della compensazione, credono in questo modo di scacciare la propria debolezza. Per esempio, se un arrogante è cresciuto tra difficoltà economiche, ma in seguito ha iniziato a essere benestante, dietro il suo essere snob potrebbe celarsi la paura di ricadere nella povertà del passato.
Consigli
Cerca di stare il più lontano che puoi dagli individui arroganti; possono causarti molta sofferenza. D’altra parte, però, riuscire a conoscerli e saperli gestire potrebbe rivelarsi una qualità molto utile per il tuo futuro, potrebbe esserti d’aiuto nel mondo del lavoro, nel tuo team, nello sport ecc. Se saprai cosa fare, sarai in grado di metterli in guardia e frenare le loro borie in tua presenza. Non c’è bisogno di scappare dalle cose che non ci piacciono, o finiremo per scappare tutta la vita!
Anche se è difficile, cerca di non odiarli. Potrebbero nascondere un passato doloroso, qualcosa di se stessi che non riescono ad accettare, o magari sono stati feriti da qualcuno.
Ricorda che potrebbero avere a che fare con la tua stessa sofferenza, ma la stanno affrontando in un modo sbagliato, e tutt’altro che salutare. Invece che risolvere il problema si nascondono. Anche il dolore può portare all’arroganza.
Un riassunto dei sintomi dell’arroganza: intolleranza verso tutti quelli che sono diversi da loro, impossibilità di considerare validi altri punti di vista (a esclusione del proprio), tendenza a criticare pesantemente, difficoltà nel creare legami duraturi, narcisismo.
Assicurati di non essere tu l’arrogante. Se lo sei, riconoscilo e sii obiettivo, non cercare di biasimarti.
Gli arroganti di solito fanno fatica ad accettare le scuse di qualcuno.
È difficile poter perdonare chi ha messo in discussione la loro immagine o ha cercato distruggergli le illusioni.
Gli arroganti in genere non riescono ad avere buoni amici. Ricordati di questo, se mai dovessi desiderare di essere “popolare” come loro.
Ricordati che c’è sempre differenza tra l’essere determinato e l’essere arrogante. Inoltre, ci sono persone che sono molto ansiose: la loro ansia di dover dominare la conversazione potrebbe farli passare per arroganti. Facendo caso però al modo in cui interagiscono con gli altri capirai se lo sono veramente. Una persona determinata, o una nervosa, aspetteranno di conoscere il tuo punto di vista, e potranno anche farti delle domande, mentre un arrogante non solo ignorerà le tue necessità e i tuoi punti di vista, ma potrebbe anche mancarti di rispetto.
Fanno mai delle battute su situazioni sulle quali non dovrebbero scherzare? Fanno delle battute su qualcuno che sta passando un brutto momento solo per scatenare qualche risata da quattro soldi? Non si preoccupano dei sentimenti degli altri?
Agli arroganti spesso non importa proprio niente dei sentimenti degli altri, dato che difficilmente riescono a identificarsi nelle loro situazioni.
Le persone che stanno attraversando un momento difficile potrebbero diventare l’argomento di battute grossolane da parte degli arroganti. Ma si lasceranno scappare certi commenti solo quando sono sicuri di essere circondati dal pubblico giusto, non lo diranno mai apertamente.
Gli arroganti si sentiranno sempre in dovere di proteggere qualcosa – che sia la loro immagine o la loro centralità nell’universo. Se avranno l’impressione che stai cercando di intaccare una di queste di cose, allora ti odieranno. Impara a lasciar stare, perché non dipende da te, si tratta di qualcosa ancora più forte di loro.
Per quanto riguarda la loro popolarità, perché sono popolari? Lo sono perché trattano bene i loro amici o perché semplicemente si danno tante arie?
Darsi delle arie non significa essere in grado di rispettare le persone. La loro immagine è basata sull’apparenza, potrebbero essere ricchi, piacenti, atletici, avere una buona personalità (ma per coloro che rientrano nei criteri delle “possibili” amicizie), oppure magari sfoggiano un fascino fasullo (la loro natura si svela rapidamente, se li fai arrabbiare). Gli arroganti in genere possiedono una o più di queste caratteristiche.
Se, provocando una lite con una persona arrogante, dovessi venire ferito fisicamente, non esitare a chiedere aiuto.
Avvertenze
Se ti capitano davanti, ignorali, fai finta di non vederli, niente li disturberà di più dell’essere ignorati, non dare loro alcuna soddisfazione. Dato che devono costantemente alimentare la propria autostima, attraverso il confronto diretto si infiammeranno un bel po’ e il loro ego si ingigantirà. Quello che vogliono è attirare l’attenzione per mascherare la loro insicurezza, quindi fare finta di non vederli è una buona strategia.
Dipende dalle situazioni: a volte non è possibile ignorarli completamente, e potrebbero odiarti per questo. Ma in fondo nessuno vuole essere amico di un rompiscatole!
Se devi fare commenti su una persona arrogante, falli solo con gli amici più fidati. Se verrà a sapere quello che pensi, inizierà una lite.
C’è sempre una buona possibilità che l’arrogante non capisca come mai a te non piace. Non far caso al suo comportamento scortese e riavvicinati per un po’, se proprio devi.
Per quanto tu voglia rimproverarli o dirgliene quattro, non lo fare! Non risolverà niente. Non iniziare un monologo sulla loro arroganza, dai solo una risposta veloce, che gli faccia capire che non gradisci la loro compagnia. Essere determinato non significa lanciare provocazioni, stai sul “chi va là”.
Sii più furbo di loro.
Se ti hanno pugnalato alle spalle, faglielo notare. Nessuno potrà tollerarlo, nemmeno i “migliori amici” della persona arrogante.
Non assecondare le loro visioni illusorie, lusingarli non serve a niente e attraverso il tuo comportamento falso alimenterai la loro visione distorta.
Ma non attaccare direttamente la loro intoccabile visione perfetta. Controbatti con qualcosa come “non sono d’accordo”, oppure “ho un’opinione diversa”. Potrebbero arrabbiarsi, ma ci sono meno possibilità che lo facciano.
Invece di dirgli “guarda le cose come stanno”, sostituiscilo con un “cosa te lo fa pensare? Perché hai questa opinione?”. A questo punto l’arrogante dovrà rispondere a una domanda diretta e relativa al discorso.
Per assurdo, se sarai tu a vincere la discussione, loro potranno iniziare a fare “le vittime” lamentandosi e cercando l’aiuto dei loro amici, e ovviamente cercando di farti passare male agli occhi degli altri.
Se l’arrogante fosse molto popolare nel gruppo, nel momento in cui giocherà la carta della vittima potrebbe fare terra bruciata attorno a te. Cerca sempre di gestire questo tipo di persone con diplomazia.
Ricordati che potrebbero nascondersi dei problemi psicologici dietro l’arroganza
(potrebbero avere problemi ad affrontare la realtà, perciò preferiscono vivere nella falsa proiezione che possono creare da soli). In alcuni casi potrebbe trattarsi di disturbi bipolari, disturbi borderline della personalità o fobia sociale. Potrebbero voler nascondere un passato di maltrattamenti, malattie o prepotenze subite. Alcuni non si rendono conto che questo atteggiamento li allontana dagli altri e impedisce loro di costruirsi dei veri legami d’amicizia. Fai attenzione a non etichettare velocemente una persona come “arrogante”, valuta attentamente il suo comportamento, la situazione, le circostanze della sua vita. A volte potresti sbagliarti nel pensare che tutti ce l’abbiano con te, cerca di capire la natura dell’atteggiamento che ti disturba. Fatti più furbo di loro.
Uno dei sintomi di un disturbo antisociale della personalità (come la psicopatia e la sociopatia) è proprio l’arroganza e la mancanza di rispetto per i diritti degli altri. Questo è l’aspetto più pericoloso degli arroganti. Se vivi a contatto con una persona di questo tipo, chiedi dei consigli.
Per questa ragione alcune persone arroganti diventano criminali.
(AA.VV.)
I primi paralleli con la Bibbia: il Paradiso
Le ricerche archeologiche condotte nei “paesi della Bibbia” e che hanno dato risultati di primaria importanza, gettano una viva luce sulla Bibbia stessa, sulle sue origini e sull’ambiente in cui si formò.
Sappiamo ora che questo libro, il più grande classico di tutti i tempi, non è sorto dal nulla. Quest’opera ha radici che affondano in un lontano passato e si estendono sino ai paesi vicini a quello dove essa apparve.
È appassionante, per il decifratore di tavolette, per il traduttore di testi cuneiformi, seguire il cammino delle idee e delle opere attraverso queste antiche civiltà, dai Sumeri fino agli Aramei. I Sumeri, come riporto in altro articolo, non esercitarono ovviamente un’influenza diretta sugli Ebrei, essendo scomparsi assai prima dell’apparire di questi ultimi. Ma non c’è il minimo dubbio che essi abbiano influenzato in profondità i Cananei, predecessori degli Ebrei in Palestina. Così si spiegano le numerose analogie rilevate tra i testi sumerici e alcuni libri della Bibbia. Queste analogie non sono isolate; esse figurano sovente “in serie”, come ora vedremo: si tratta dunque di un vero e proprio parallelismo.
Un primo esempio prende le mosse dal poema di Sumer intitolato Enki e Ninhursag. Il tema trattato è quello del “paradiso”, a dire il vero, non del paradiso terrestre in senso biblico, ma di quello che fu sistemato per gli dei stessi, sulla terra di Dilmun.
Esiste, dice il poema, una regione chiamata Dilmun. È un paese “puro”, “netto” e “risplendente, un “paese dei viventi”, dove non regna né la malattia né la morte.
Tuttavia qualcosa manca a Dilmun: l’acqua dolce, indispensabile agli animali e alle piante. Enki, il gran dio sumerico dell’acqua, ordina perciò a Utu, il dio del sole, di far scaturire l’acqua dolce dalla terra e di irrigarne abbondantemente il suolo. Dilmun diventa così un rigoglioso giardino.
Ninhursag, la grande dea-madre dei Sumeri, che in origine era forse la Terra-Madre, ha fatto spuntare otto piante in questo paradiso degli dei, dopo aver dato vita a tre generazioni di dee, generate dal dio dell’acqua. A dire il vero non si afferra molto bene il significato di un procedimento tanto complicato, ma il poema vi insiste, sottolineando altresì il fatto che i parti furono indolori. A seguire, Enki, curioso certamente di conoscerne il sapore, le fa cogliere dal suo messaggero Isimund. Questi le presenta al padrone, che le mangia una dopo l’altra. Azione per niente garbata a Ninhursag che, in preda alla collera, lo maledice e lo vota alla morte.
Comunque, questo paradiso – la cui nozione stessa sembra essere di origine sumerica, nel Medio-Oriente – ha una collocazione geografica determinata. È probabile, infatti, che il paese di Dilmun, dove i Sumeri lo pongono, si trovi nel sud-ovest della Persia. Ora i Babilonesi, popolo semitico che vinse i Sumeri, situarono in questa stessa regione il loro “paese dei viventi”. Quanto alla Bibbia, essa dice che Jahvè sistema un giardino in Eden (in sumerico EDIN = steppa), dal lato dell’oriente (Gen 2,8). “Un fiume, aggiunge il testo della Genesi, sgorgava da Eden per irrigare il giardino e di là si divideva in quattro rami. Il nome del primo è Phison…, il nome del secondo fiume è Gihon…, il nome del terso è il Tigri…, il quarto fiume è l’Eufrate”. Queste indicazioni consentono di pensare che il Dilmun sumerico e l’Eden ebraico in origine fossero la stessa cosa.
Secondo punto: il passo del poema Enki e Ninhursag che racconta come il dio del sole irrighi Dilmun con l’acqua dolce scaturita dalla terra corrisponde a quello della Bibbia (Gen, 2,6): un fiotto saliva dalla terra e irrigava tutta la superficie del suolo”.
Terzo punto: la maledizione pronunziata contro Eva: “Io moltiplicherò le tue sofferenze e specialmente quelle della gravidanza; tu partorirai nel dolore…” suppone uno stadio superiore, quello descritto dal poema sumerico, quando la donna partoriva senza soffrire.
Quarto punto: la colpa commessa da Enki col mangiare le otto piante di Ninhursag fa pensare al peccato di cui si macchieranno Adamo ed Eva col magiare il frutto dell’albero della conoscenza.
Un’analisi più accurata di porta, dunque, a una constatazione ancora più stupefacente. Essa fornisce la spiegazione di uno dei più sconcertanti enigmi della leggenda biblica del paradiso: questo posto dal passo in cui si vede Dio formare la prima donna, madre di tutti i viventi, da una costola di Adamo (Gen 2,2).
Perché una costola?
Se si ammette l’ipotesi di un influsso della letteratura sumerica – di questo poema di Dilmun e di altri simili – sulla Bibbia, le cose si fanno chiare.
Nel nostro poema, una delle parti malate del corpo di Enki, conseguenza dell’aver ingerito le otto piante create da Ninhursag, è per l’appunto una “costola”. Ora, in sumerico, costola si dice “ti”. La dea creata per guarire la costola di Enki è chiamata Ninti, “La Signora della costola”.
Ma la parola sumerica “ti”, significa pure “far vivere”.
Gli scrittori sumerici, giocando sulle parole, giunsero a identificare “La Signora della costola” con la “Signora che fa vivere”. Questo calembour letterario, uno dei primi in ordine di tempo, passò nella Bibbia, dove predette naturalmente il suo valore, poiché in ebraico i termini che significano “costola” e “vita” non hanno nulla in comune.
——-
Questa spiegazione fu scoperta da Kramer nel 1945. Più tardi, però, si conobbe che la stessa ipotesi era stata suggerita trent’anni prima da un grande assiriologo francese, Vincent Scheil, come ebbe a segnalare l’orientalista americano William Albright, che pubblicò il lavoro di Kramer nel “Supplementary Studeis”, n. 1, del Bulletin of the American Schools of Oriental Research.
(dall’archivio bibliografico personale di Biagio Russo, Kramer I Sumeri – Alle radici della storia, © 1979 Newton Compton editori)
Perché la nostra presenza qui, ora
Perché la nostra presenza, qui, ora?
Il perché della nostra esistenza, per chi?
E tante altre domande sulla nostra provenienza che spesso ci poniamo senza trovare una spiegazione, o delle risposte chiare che non siano le solite espresse dall’antropologia, mediante la teoria darwiniana, o dalle religioni.
Noi… chi siamo? È la domanda che sintetizza la nostra voglia di sapere.
Ma non c’è sapere se non c’è Conoscenza, la conoscenza storica della nostra esistenza, quella che si ottiene cercando, scavando, analizzando, verificando, con tenacia, passione e determinazione. Ma soprattutto predisponendoci senza preconcetti o retaggi alle risposte che si troveranno sul sentiero della ricerca, nella consapevolezza che per comprendere il presente, “Noi… chi siamo?”, dobbiamo conoscere il passato, “Da dove veniamo”, quel passato fin troppe volte ammantato dal velo del segreto, o volutamente fatto cadere nell’oblio.
Sempre e ancora con la consapevolezza che quel “velo” non è inamovibile e l’oblio, sebbene sia una dimenticanza duratura, non lo è per sempre, è un fenomeno che si può invertire. Sempre che lo si voglia…
(c) Biagio Russo
Il matrimonio sacro
A Sumer il Matrimonio Sacro, l’unione tra i due amanti divini, veniva nello stesso tempo rappresentato e realizzato con una vera notte d’ amore tra il re del paese, nelle vesti di Dumuzi, e una sacerdotessa in quelle di Inanna.
La cerimonia notturna, che avveniva nella camera più riposta del tempio, era segreta e si svolgeva secondo un rituale tramandato fin dalla notte dei tempi.
Secondo quanto è riportato nel famoso poema L’ EPOPEA DI GILGAMESH, Isthar s’ innamorò di Gilgamesh e tentò di sedurlo, ma questi la respinse ed ella, furente d’ odio e di gelosia, gli lanciò una terribile maledizione che gettò l’ eroe nella pena e nell’ angoscia.
Alla dea Isthar furono intitolate le possenti e meravigliose mura di Babilonia, la cui fama circolò per tutto il mondo antico e si protrasse nei secoli. Si diceva che fossero inespugnabili e che la stessa dea, in tenuta da battaglia, sorvegliasse l’ ingresso principale alla città durante gli assalti o i preparativi di guerra.
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Grazie Francesca
Tutte le cose sono state già dette
Io non ho mai aspirato “ai” libri, aspiro “al” libro.
Scrivo perché credo in “una” verità da dire.
Se e quando torno a scrivere
non è perché mi accorga di “altre” verità che si possono aggiungere,
e dire “in più”, dire “inoltre”,
ma perché sento qualcosa che continua a mutare nella verità.
Quel “qualcosa” esige che non si smetta mai di ricominciare a dirla.
Tutte le cose sono state già dette;
affinché l’ascolto “attecchisca” e “il seme germogli”,
occorre sempre ricominciare.