“Un uomo che ha smesso di farsi domande è un uomo che ha smesso di accrescere la propria conoscenza”.
Queste parole chiudevano il mio primo libro “Schiavi degli Dei” e, a distanza di qualche anno dalla sua pubblicazione, ritengo che esse esprimano ancora molto bene l’importanza fondamentale del Sapere nella vita di ciascuno di noi; ho voluto perciò riproporle anche qui, a conferma dei miei propositi presenti e quale auspicio e stimolo per il futuro.
Il mio secondo lavoro prende l’avvio integrando le descrizioni e i significati riguardanti le figure più importanti della letteratura sumerica e si snoda in un viaggio che li vede artefici dei destini, tra passato e presente.
L’intento è dare idealmente continuità al primo, di proporre gli stessi schemi di ricerca, di adottare la stessa severità d’indagine, di selezionare fonti affidabili e reperibili dal lettore che vorrà, a sua volta, cercare per proprio conto, per approfondire e sviluppare temi tralasciati o attinenti alle trattazioni centrali contenute nel libro. I presupposti e il metodo già usato restano, quindi, ben saldi nel mio modus operandi, poiché il mio impegno rimane quello di ricercare la verità, nonostante le difficoltà che tale attività comporta, e di condividerla con altri cercatori che incrociano la mia strada.
Sento la necessità, tuttavia, di avvisare il lettore di come io non sia in possesso di verità assolute e che il mio percorso, scevro da posizioni assolutistiche, nella sua veste divulgativa rappresenta prioritariamente la via che dà sostanza alla mia personale volontà di ricerca della conoscenza.
Questa volontà, se da una parte mi permette di ridare luce a fatti e conoscenze che nel corso della storia hanno perso la loro valenza originaria, dall’altra predispone a gettare cattiva luce su quanti hanno in qualche modo contribuito a insidiarne la qualità e l’integrità. Credo, però, che ri-acquisire una piattaforma oggettiva sulle antiche conoscenze, possa essere utile come base di orientamento a quanti, come me, fautori di una ricerca libera, cercano di superare le deformazioni o l’irrigidimento del sistema culturale di riferimento e intravedono ormai una direzione comune che apre al bisogno di cambiamento.
In questi anni, il processo di maturazione e di ampliamento di conoscenza raggiunto mi ha condotto a formulare considerazioni personali, ma molto sentite anche da altri, sulla storia dell’uomo e di come essa sia arrivata fino a noi.
L’approfondimento delle ricerche, come dicevo poc’anzi, talvolta rivela un quadro notevolmente diverso da come le vicende storiche sono state interpretate, catalogate e propagandate.
Uomini di tutti i tempi si sono misurati con il racconto di fatti e personaggi, cui storia e storiografia hanno dato luce. Che sia spesso loro sfuggita la cornice reale degli avvenimenti e che essi stessi, in buona o cattiva fede, abbiano potuto trasformare o manipolare alcuni aspetti o la portata delle vicende medesime, è cosa piuttosto frequente e facile da constatare. Diventa comprensibile, allora, il sentimento di rabbia e la conseguente reazione idealistica che vorrebbe demolire tutto quello che costituisce il sistema dei nostri credo. La confusione, perché nulla ci appare più vero, ci riempie la mente e il cuore. I contorni delle vicende appaiono piegati alle umane meschinità e i nostri sentimenti più profondi avvertono lo smarrimento delle certezze di cui si sono nutriti, invece, molti dei nostri padri.
È pur vero che nel corso della storia umana tanti uomini di scienza e di pensiero hanno rischiato molto nel tentativo di trasmetterci la loro flebile voce di dissenso e di verità, ma gli ostacoli posti al cammino di quelle parole sono stati tanti e tali da rendere lunghi e complicati i processi di cambiamento.
La presa di coscienza degli inganni perpetrati ai danni dell’uomo e di una possibile realtà, altra, vorrebbe dare spazio al solo risentimento, ma proprio questo momento credo sia, invece, straordinario per cambiare e costruire meglio di com’è stato fatto finora. La consapevolezza di trovarsi di fronte ad una dimensione diversa da come l’abbiamo ereditata, dovrebbe farci riflettere sulla direzione da dare al nostro futuro. Possiamo demolire o arrenderci, oppure fare tesoro delle nuove informazioni e con esse ripartire, agire consapevolmente e mirare in alto, verso la crescita personale e collettiva.
Dalla terza parte del libro, proprio interpretando questa necessità, mi occuperò di quelle tematiche della scienza, cosiddetta di frontiera, che, oltrepassando i capisaldi del positivismo, integra e avvicina le nuove scoperte agli antichi saperi e apre straordinarie possibilità all’uomo di oggi e di domani, convinto, come sono, che non tutte le conoscenze del passato siano andate perdute e che molte di esse saranno rinnovato patrimonio del nostro futuro.
Prima di riprendere il lavoro là dove era stato interrotto, vorrei infine dare evidenza ad alcune modalità espositive che, in questo libro più che nel precedente, potranno essere percepite dal lettore in modo più netto, anche in relazione agli aspetti conoscitivi indagati: la chiarezza e la schiettezza. Esse sono le chiavi espressive e interpretative che, mi auguro, rendano più ricche e coinvolgenti le pagine che seguono.
L’esposizione del mio pensiero e del percorso intrapreso sarà, perciò, più incisivo e convinto. Soprattutto sarò voce dissonante e pressoché unica in un coro di possibilisti con una sola possibilità.