La maggior parte dei popoli antichi, dai tempi più remoti (60.000/40.000 anni fa) viveva secondo una filosofia che cercava l’armonia con l’energia cosmica, di cui l’energia sessuale era parte integrante.
L’energia cosmica era la manifestazione dell’energia di Dio, che parlava un linguaggio femminile.
Durante il periodo che va dal paleolitico al neolitico (dal 10.000 a.C. quando cominciò a svilupparsi l’agricoltura) fino all’Età del Bronzo, Dio fu associato alla Grande Madre Terra, la fecondità, che dominava in tutte le civiltà più antiche, dall’Europa al subcontinente indiano.
Essa si manifestava mediante la sua capacità creativa, in ogni sua forma (animale, vegetale, minerale e umana).
La sessualità e il parto erano espressioni della sua energia e del suo potere nelle vite degli esseri umani e di ogni essere vivente.
All’immagine del femminino archetipico viene fornita una definizione mitologica (Inanna, l’Iside egizia, la Grande Madre Neolitica, l’Eva, la Sofia e la Maria bibliche) che è sopravvissuta per più di cinquemila anni, anche se è stata oscurata, frammentata e travisata.
(M. Concannon)